TRATTAMENTO IMPIANTO DI INNEVAMENTO MIARA A SAN VIGILIO DI MAREBBE

Nell’autunno del 2017, abbiamo avuto alcuni incontri con i dirigenti dell’impianto sciistico MIARA di San Vigilio di Marebbe con l’obiettivo di verificare se le proprietà della tecnologia che noi proponiamo possano dare un qualche beneficio nella produzione della neve.
L’argomento è di estremo interesse in quanto è evidente a tutti che produrre neve artificiale è molto costoso e poter ottenere una maggior quantità di neve o neve migliore, con la stessa quantità di acqua e con gli stessi tempi, si traduce rapidamente in denaro risparmiato.
Altro aspetto riguarda la manutenzione degli impianti dopo la stagione: un cannone da neve è una attrezzatura complessa e costosa, preservarla da manutenzioni e rendere gli interventi meno frequenti significa risparmiare tempo/personale ed allungare la vita del cannone.
La nostra tecnologia vuole prevenire la formazione di calcare e, nella applicazione in esame, vorrebbe ottenere:
– Ugelli di nebulizzazione dell’acqua più liberi da calcare
- – Ugelli più liberi significano meno gocciolamenti, un volume maggiore di acqua spruzzata e quindi una maggiore quantità di neve
- – La neve prodotta è migliore, meno bagnata, e quindi ha una durata maggiore
Altro problema che viene riscontrato è la ruggine che si forma nelle tubazioni di metallo e che staccandosi contribuisce alla otturazione degli ugelli o a ridurne la sezione: la nostra tecnologia tende a staccare la ruggine, a ricoprire quindi con un ossido duro la superficie dei tubi evitando la formazione di ulteriori ossidazioni.
Chiunque gestisce impianti di innevamento sa che la realtà è ben più complessa della teoria perché gli elementi che entrano in ballo sono i più diversi: dal vento alla esposizione al sole, in sostanza dal microclima che caratterizza l’ambiente di ogni singolo cannone o lancia; non è facile fare una valutazione scientifica degli effetti sulla qualità della neve.
Si decide quindi di effettuare un test su due diversi cannoni posizionati di seguito su una linea di 24 cannoni lunga circa 3200 metri.
Da notare che in precedenza i gestori dell’impianto avevano investito in sistemi anticalcare magnetici rilevando dei benefici, cosa possibile considerando che il funzionamento del flusso dell’acqua è continuo, in ogni caso evidentemente non soddisfacenti se si stava ora valutando la nostra tecnologia; del resto l’azione di un magnetico od elettromagnetico, di qualsiasi marca, è ben più debole dell’azione di un AQUARING.
In aggiunta il sistema magnetico prescelto aveva una installazione invasiva.
Decidiamo quindi di installare :
- – Un AQUARING SP
- – Un AQUARING VCA
La scelta dei due modelli è stata determinata dal fatto che l’accesso del segnale era diverso nei due impianti: più immediato nel caso dell’SP , più dispersivo nel caso del VCA (scelto quindi più potente per avere indicativamente lo stesso segnale sul cannone).
Passata la stagione invernale, ci siamo dati appuntamento per la apertura dei cannoni e quindi per valutare se c’era stato un effetto positivo ed eventualmente computarne la portata.
Aperti i cannoni la quantità di calcare era minima e friabile, non c’era ruggine ma, cosa che ci si aspettava, una patina di magnetite nera a protezione della superficie dei tubi.
Gli spruzzatori erano liberi dal calcare ma questo aspetto era già stato valutato ed apprezzato dal responsabile della manutenzione durante il funzionamento dell’innevamento.
Alla fine il commento è stato: abbiamo finalmente trovato quello che fa al caso nostro.
Nel corso della discussione è emerso poi un altro problema: l’acqua contiene una importante quantità di materiali che con il tempo si depositano sulla superficie del tubo di adduzione per cui desiderano provare a sciogliere/ridurre tale incrostazione che alla fine porta alla riduzione della portata.
Si decide quindi di effettuare una installazione per sei mesi di un AQUARING VCA sulla linea principale da 225 mm, fotografare l’interno e rimandare a marzo prossimo la verifica.
Il test è tutt’ora in corso.
Nella foto qui sopra si vedono in primo piano le ferriti e sopra , appesi e dentro due scatole di plastica, per proteggerli ulteriormente dall’acqua (i modelli Professional sono waterproof), i due elementi componenti il VCA.